mercoledì 29 novembre 2017

CASTELLO DI ZAK
film numero 3: la fiaba
come Alice, sempre lei mai così presente.
Una scala che è l’arcobaleno e sali sali su fino a trovare il coniglio sgridato dalla strega. non dovevi farla entrare, adesso conosce il nostro segreto.
No no voi mi fate paura, io scappo nella stanza rossa ma ecco che là sotto c’è Lilliput e ti senti un gigante e riprendi fiato e forza e anche allegria.
Ma l’allegria può essere pericolosa, puoi trovarti con le ali appese e non sapresti più volare. Che fare? Dove andare ora?
Di là, vai di là, dice lo sguardo nella cornice.
E tu ci vai come se fosse logico normale naturale come un coccordillo elettrico travestito da zebra.
Ciao Amici colorati, suggestioni assurde, bellezze immensamente vive e pulsanti e parlanti.
Ciao, Castello di Zak.













CASTELLO DI ZAK
film numero 2: viaggio nell'inconscio
una mano ti apre il sipario delle rovine.
appare il palcoscenico. 

un'ombra si staglia nel buio. pffffffsssss pffffssssss spruzzi di odore di vernice arrivano da vicino. li segui e d'istinto l'occhio comincia il suo viaggio tra la morte e la vita, la resurrezione dei ruderi nell'arte di giovani mani menti sogni incubi. ti fai portare dall'istinto dello sguardo che si appoggia secondo un filo conduttore preciso che forse scoprirai solo domani.
ma dentro, dentro, sai che questa è ARTE perché solo l'arte riesce a parlare al tuo profondo in questo modo.















CASTELLO DI ZAK - non luogo, Corsico MI

film numero 1: l'abbandono


una giornata di cielo bianco uggia freddo e umido nelle ossa. scavalchi sterpaglie viti buche vetri rotti

sali scale a pezzi entri nel buio ti stringi nella sciarpa
ti fai assorbire da quello che una volta era involucri di produzioni uomini attività ticchettio di macchine per scrivere passi nei corridoi telefoni che squillano.
e vedi il silenzio, ascolti il vuoto.

© testi e foto Elisabetta Gatti Biggì