martedì 6 marzo 2012

cronache dal Portofranco - La dignità dell'antipatia

e poi arriva quello che ti sta sulle palle. non ci puoi fare nulla. hai voglia a ripeterti che devi essere disponibile e che lui -solo per il fatto di essere portatore di problemi, qualsiasi tipo di problema- automaticamente si guadagna il grado di bello dolce simpatico e amabile.
col cacchio.

e così ti vedi arrivare sto piccoletto cicciotto brufoli in ogni dove vocetta stridula da ormoni scompagnati.
ciao
ciao
cosa devi fare?
hihihihi d'annunzio hihihihi
e lì, in quel momento, capisci che il gioco è fatto: ti sta sulle palle.


che all'inizio ti senti anche in colpa. voglio dire, che il ragazzetto dei brufoli abbia qualche problemino è evidente da quel suo ridere come un'oca, dal distrarsi in continuo, dallo sproloquiare dieci minuti a vanvera solo perché gli hai chiesto che classe fai? e lui parte a raccontarti la storia di tutti i suoi parenti fino al cugino di ottavo grado

cosa sai di dannunzio? hihihihihihi che gli piacevano le donne hihihihihih
sì ti sta proprio sulle palle.
lo prenderesti a scossoni, gli diresti per favore potresti non ridacchiare così? potresti per cinque minuti concentrarti su quel che ti sto spiegando? potresti gratificare per un minuscolo secondo la fatica immensa che sto facendo per cercare di farti capire chi era D'Annunzio??


il mito del super eroe. il poeta. il sommo. il decadente. il libertino. un uomo di marketing. un grande comunicatore. un manipolatore delle folle.
niente. mi guardi in silenzio (ti riconosco che a questo punto sei in silenzio) ma non dici nulla. vedo vetro trasparente nei tuoi occhi. e uno sforzo deciso per cercare di capire quel che ti sto dicendo. 
ho un contatto assurdo tra le sinapsi e ti dico: hai presente fabrizio corona? sì certo che ce l'hai presente. ecco, immagina che d'annunzio fosse un tipo come corona: usava la gente per costruire il suo mito, ma di fatto lui odiava gli altri. il tuo sguardo si illumina, hai capito.

potrei essere felice. e lo sono, per te che forse ora prenderai 6 all'interrogazione e anche un po' per me che ho trovato la chiave giusta. però quando poi te ne vai a fine lezione ridacchiando nel tuo modo assurdo capisco che posso trovare gli strumenti per penetrare il tuo cervello di gomma, ma non quelli per vincere il mio limite nei tuoi confronti.

il limite di una umanissima, semplicissima istintiva antipatia che ci mette sullo stesso piano.
tu ed io. due persone qualsiasi che per caso si incontrano e che per caso possono anche non piacersi.

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