arrivi saluti il personale prendi la tua dose di abbracci
di bambini posi lo zaino nel locale insegnanti esci e…ti ritrovi con ago e filo
in mano.
“mama, mama” “elisabè, elisabè” davanti a me un
piccoletto di 10 anni (ma forse sono 12 e lui è parecchio malnutrito) con i
pantaloni in mano completamente scuciti al cavallo. praticamente è rimasta
insieme solo la cintura.
da quel momento in
poi le cose funzionano così: tu sei seduta, non importa se per terra su
un gradino, o sulle panche nel cortile. il propritario del cencio che stai
riparando si siede di fianco a te e segue attentamente ogni tuo movimento.
aspetta, ci volessero anche sei anni io da qui senza il mio cencio non mi
muovo. poi ne arriva un secondo, per chiacchierare. poi un terzo e ti chiede se
hai figli. col quarto inizi a canticchiare qualcosa, io di solito vado di de
andrè o led zeepelin (l’inizio di stairway to heraven piace molto ai
piccolini). poi arriva un quinto con una camicia stracciata. e un sesto con le
mutande a pezzi e il sedere fuori.
le ragazze sono meno straccione. però in testa oggi si
sono spalmate una specie di crema depilatoria. per tenere a bada i capelli,
dicono. sarà.
durante il giorno ci sono quelli che stanno fissi qui e
hanno i loro ritmi. la partita a biglie, la lezione di alfabetizzazione, la
colazione, la rissa. solite cose insomma. poi ogni tanto entra uno grande,
faccia da delinquete e camminata da boss. si stabiliscono subito le gerarchie.
ma a capo di tutta la gerarchia devi esserci tu, educatore, responsabile,
moniteur o semplice volontario. siamo noi, a dover rappresentare la legge qui
dentro. chiunque tu sia là fuori.
certo il rischio di prendersi un cazzotto potrebbe
esserci. ma non credo che sia mai avvenuto, se non per sbaglio. anche nei momenti
di massima tensione, il tuo intervento non sembra ritorcersi contro di te. alzi
la voce, urli, poi metti una mano sulle spalle allontani dividi e alla fine
parli spieghi chiedi e i toni si smorzano e la voce si abbassa e gli sguardi
perdono quella piega dura di prima.
da lì al rispetto, il passo forse non è più così lontano.
da lì al rispetto, il passo forse non è più così lontano.
4 commenti:
ti leggo rapita, sei una vera reporter e molto di più! Un abbraccio, katia
grazie katia!.....
Trova il tempo....bacio
Grazie dal più profondo del cuore
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