venerdì 12 ottobre 2012

missione kinshasa - giorni di cazzotti e lacrime

al Point D'Eau c'è un'atmosfera strana tensione rabbia che esplode per poco o per nulla. fuori nelle strade si è sparsa la voce qui si mangia tre volte al giorno. una manna. arrivano a frotte, puntuali. accettano di essere perquisiti di lavarsi di mettersi in fila e in realtà accetterebbero tutto pur di mangiare due volte al giorno. a volte poi, restano qui tutto il giorno magari a dormire perché han passato la notte ubriachi
restano a farsi medicare perché hanno un occhio pesto da un pugno o la gamba infetta dal taglio del machete
restano qui perché fuori c'è  pieno di polizia per il Summit della Francophonie e se li beccano li ammazzano di botte o li sbattono a marcire in galera
restano qui perché qualcuno in fondo capisce anche che uscire dal tunnel può cominciare dall'entrare in quella porta la porta del Point D'Eau

una volta dentro devi tenerli buoni puoi tenerli buoni con i pastelli e le matite i colori a dita e i palloncini in fondo sono bambini e basta poco per passare ore al banco a disegnare scrivere tracciare scarabocchi
possono anche sembrarti teneri e fragili e minuscoli nei loro muscoli da adulti nelle loro facce segnate dalle cicatrici dai tatuaggi del loro nome sul braccio fatti da chissà chi e con chissà quali scopi mentre disegnano impegnati ed è quasi una gara per sentirsi dire che sei il più bravo il migliore e che bello questo disegno alcuni disegnano davvero con talento ci mettono anima fantasia e cuore. e pezzi della loro storia.

eppure basta un niente una matita che cade il bullo che arriva e prende di mano il pastello al piccolo e scatta subito la rissa. cazzotti spintoni urla profonde sguardi di lama le lacrime dei piccoli presi da un pugno per caso o perché tenevano in mano un pastello blu si rincorrono si spingono è una cosa tra loro una gerarchia di branco che devono imporsi che arriva dalla strada
picchiare per non essere picchiati la lotta per la sopravvivenza

ed è allora che nella rissa vedi uno dei più grandi uno dei più duri uno dei più difficili drogato due giorni su quattro eppure capace di disegni di una bellezza da lasciarti a bocca aperta lì sdraiato su un tavolo in un angolo il braccio a coprire gli occhi

"sei stanco?"
"sì"
"non hai dormito stanotte?"
"no"
"......................."
"mio padre è morto, stanotte"

e tu resti lì perché lui ti trattiene la mano sulla sua spalla resti lì a dare un contatto. lui che voleva donare il suo sangue a suo padre morto nell'ospedale dei poveri dove il suo sangue non l'hanno voluto perché lui è un drogato e allora gli luccicano appena gli occhi troppo duro per piangere deve difendersi anche da se stesso poi gli dici parla con Papì, Papì ti ascolta Papì omone grande e meraviglioso che conduce questo branco con il carisma di un papà la gioia di un bambino e la fermezza di una guardia.

parlano a lungo poi il bullo esce e pensi che forse ha trovato conforto e invece no, niente è prevedibile qui dentro. basta un bambino che gli passa vicino lo urta per sbaglio la rabbia esplode la rissa un pugno urlo silente occhi stretti dolore lo separi lgli parli sottovoce gli tocchi il braccio con la tua mano bianca si calma di nuovo. per ora.

c'è una strana atmosfera oggi al Point D'Eau.
ma fai fatica ad uscire e tornare a casa.


 
 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Trova il tempo x piangere x lui...

biggì ha detto...

i miei scritti sono il mio pianto